La Corsa all'ORO!
- Categoria: Panoramica
- Pubblicato: Lunedì, 07 Dicembre 2015 22:36
- Scritto da Super User
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La California venne messa sotto i riflettori di tutto il mondo il 18 Gennaio 1848 quando si scoprì casualmente un filone aurifero nei pressi di Sacramento. Fu James W. Marshall a trovare le prime tracce d'oro nelle acque dell'American River, nei pressi di Coloma, durante la costruzione di un “mulino” per Johann Sutter. Si trattava di una notizia sconvolgente per l’epoca storica (il territorio era Messicano, ed in fase di formale cessione agli USA), per la zona estremamente selvaggia (la Sierra Nevada) e per le scarse risorse ed infrastrutture presenti all’epoca nell’ovest. Sutter tentò invano di mantenere segreta questa notizia facendo giurare il segreto all’operaio che trovò la prima pepita, ma nonostante questo proposito la fuga di notizie avvenne e comportò una migrazione di massa verso la California (i cercatori d’oro vennero ribattezzati “fortyniner” proprio perché questo esodo iniziò massicciamente nel ’49) da parte di avventurieri giunti da ogni parte del mondo, principalmente Cina e Irlanda, in cerca di fortuna e di dare una svolta alle proprie vite.
La corsa all'oro fu devastante per i nativi americani e distrusse numerose risorse naturali. Un esempio su tutti: quella che adesso è San Francisco, all'epoca era una foresta di sequoie.
Delle migliaia di persone che giunsero nella Terra Promessa con l’appannaggio di rapide ricchezze solo pochi riuscirono a racimolare una vera fortuna, nella maggior parte dei casi l’oro trovato riusciva a soddisfare i fabbisogni dei cercatori stessi e niente di più. In molti casi alcuni avventurieri giunti in California e delusi dalla carriera di cercatore d’oro intuirono quale fosse il vero mercato da sfruttare, ed aprirono ferramenta ed empori dedicati proprio a coloro che giungevano in California dopo un viaggio estenuante e senza i mezzi di sussistenza necessari. Fu il caso, ad esempio, di Charles Crocker o di Levi Strauss. Si calcola che più di 300.000 persone abbiamo lasciato le proprie famiglie per dirigersi in California alla ricerca del prezioso metallo, abbandonando anche grandi città come San Francisco che, scesa preoccupatamente sotto i 200 abitanti, divenne una Ghost Town nella quale non si stampava più nemmeno il giornale locale per mancanza di abitanti.
I nuovi residenti si concentravano nella zona tra Sacramento e le montagne della Sierra, lungo l’American River, ma ben presto queste colonizzazioni si estesero verso nord alla ricerca di nuovi giacimenti.
Solo l’8% della popolazione era costituito da donne: il cercatore d’oro medio era giovane, vigoroso, tra i venti ed i trent’anni, e mosso da un grande desiderio di riscossa sociale. Nei piani di ogni emigrante c’era il desiderio di richiamare la famiglia in California, una volta trovato fortuna. Lo stato non era preparato a gestire un tale evento: non esistevano sistemi bancari (le prime banche nacquero come associazioni di mercanti), non c’era una linea di comunicazione sicura con l’est e i trasferimenti erano lunghi e pericolosi. Il trasferimento dell’oro avveniva tramite carovana lungo le strade di comunicazione con le altre città, ma erano frequenti gli attacchi di banditi, il più delle volte costituiti dagli stessi cercatori d’oro andati in disgrazia.
Gli imprenditori più abili miravano alla polvere d’oro già raccolta, non a quella da raccogliere: per ottenere questo scopo organizzavano ogni genere di intrattenimento per i minatori che alla sera rientravano in città con il loro bottino. Saloon e bordelli facevano, è il caso di dirlo, affari d’oro.
Vista la scarsezza di donne nel west, la corsa all’oro divenne anche un paradiso per le giovani donne in cerca di marito. Velieri colmi di donne provenienti da tutto il mondo (Australia in primis) venivano attesi con trepidazione dai californiani: molte di queste venivano ingaggiate come “dame di compagnia” nei saloon, molte si davano alla prostituzione e per tutte c’era il miraggio di sistemarsi con un giovane e ricco minatore. Un pasto caldo portato direttamente nei siti di scavo veniva pagato dai cercatori d’oro anche 25 dollari (un operaio in fabbrica guadagnava circa un dollaro al giorno). Nelle Boom-Town nascevano compagnie teatrali, spettacoli, circhi itineranti e molte altre iniziative dedicate all’oro dei cercatori d’oro, pronti a sparire e a muoversi a seconda della zona più conveniente.