Mercoledì, 12 Novembre 2025

Timeline

Union Pacific: Anno 1869

 

 

Gennaio: La UP arriva a Echo City
Marzo, 5: Completato il Grande Traliccio
Marzo, 6: il New York Tribune mette in dubbio l'efficienza del lavoro della UP
Aprile, 7: La prima locomotiva passa sul fiume Bear e raggiunge Corinne

Panoramica della tratta conclusa nel 1869

 

10 milioni di dollari.

Questa folle cifra era il debito della Union Pacific ad inizio del 1869, e Doc Durant lo sapeva bene. L’abile imprenditore non aveva badato a spese per attraversare il Nebraska e il Wyoming, e come se non bastasse aveva incensato promesse di pagamenti ai mormoni di Brigham Young che però non vedevano una busta paga da mesi.

“[…] A dir poco è uno strano trattamento nei miei confronti dopo tutti gli sforzi che ho fatto per costruire la massicciata per la Compagnia.

Non è per me che insisto, ma per le migliaia di persone che hanno compiuto il lavoro.”

Young era composto ma furente, soprattutto dopo che venne a sapere che la Crédit Mobilier, la ditta edile di Durant con l’appalto per la costruzione, aveva pagato ai suoi azionisti dividendi del 300%. Ci pensò Charles Francis Adams Jr. a vuotare il sacco.

Adams, già membro del Massachusetts Board of Railroad Commissioners, scrisse un articolo per il popolare North American Reviews in cui definì il Crédit Mobilier come la “cricca” della Pacific Railroad, quasi un circolo esclusivo con membri presenti in ogni strato della società, dal Congresso ai Consigli Amministrativi, biechi individui che votano i sussidi per sé stessi prendono i soldi con una mano e li passano all’altra già tesa.

Adams aveva solo intaccato la torre d’avorio della Crédit Mobilier, e gli azionisti erano molti di più di quelli che lui immaginava, ma questo articolo mise la base per le indagini che un giorno avrebbero portato a rivelare il più grande scandalo della storia americana del XIX secolo.

 

La bufera che flagellava la CP giunse anche nello Utah e in Wyoming, confermandosi come la peggiore degli ultimi anni. 90 miglia di ferrovia della UP era completamente bloccata, e il rumore degli sterratori al lavoro era stato sostituito da quello di martelli e seghe che lavoravano di giorno e di notte per rafforzare con le assi di legno gli edifici.

Più di 800 passeggeri erano bloccati tra Rawlins e Laramie, per la maggior parte diretti a Washington per assistere al discorso del presidente Ulysses S. Grant, eletto a novembre.

Il 15 febbraio Dan Casement guidò una spedizione per recuperarli, ma la quantità di neve era tale che dovettero proseguire a piedi per le ultime 75 miglia che li separavano da Laramie, mettendo in serio pericolo le loro vite. Ne conseguì una terribile pubblicità, i giornali raccoglievano le testimonianze degli sfortunati passeggeri che promettevano di non metter più piede su un vagone della UP. In una lettera al Chicago Tribune essi riportavano che gli operai avevano rifiutato qualsiasi tipo di aiuto loro richiesto perché non venivano pagati da mesi.

 

I lavori di perforazione all’Echo Canyon procedevano a rilento. Un quinto degli operai aveva abbandonato l’attività, non volendo usare la nitroglicerina per accelerare i tempi di attraversamento delle Wasatch Range.

 

La UP non aveva più un centesimo in cassa, mentre il suo debito dichiarato ammontava a 5,2 milioni di dollari alle sole banche, senza contare i 4,5 milioni dovuti al personale (dagli ingegneri agli operai) e al probabile sottobosco di accordi e promesse che Doc Durant distribuiva generosamente. Tra questi, Brigham Young era sicuramente il più esposto. Senza contratti e con la sola promessa di saldare i debiti se lui avesse messo in opera una considerevole forza lavoro per chiudere la tratta dell’Echo Canyon, il mormone procedeva in questa missione con le dita incrociate.

Il riuscire a portare avanti la costruzione anche senza soldi doveva aver aumentato in maniera spropositata l’ego di Durant, che con un cablogramma liquidò Dodge dal suo incarico:

 

“Lei ha talmente sopravvalutato le cifre che dobbiamo agli appaltatori

che diventa mio dovere sospenderla dall’incarico di ingegnere capo”

 

Durant non aveva limiti, per sua sfortuna Grant iniziava ad annusare la foglia. In un incontro segreto con Dodge, infatti, il neo presidente aveva annunciato che intendeva imporre una completa riorganizzazione della ferrovia perché c’erano cospicue prove di un Grande Raggiro in atto.

Dodge, dal lato suo, non poté far altro che inserire la deposizione di Durant nell’ordine del giorno della prossima assemblea del consiglio di amministrazione, prevista per il 10 Marzo.

Fu una riunione interessante.

Nel bel mezzo dell’incontro al Fifth Avenue Hotel di New York irruppero gli sceriffi con il mandato di arresto per i consiglieri. Cosa era accaduto?

James Fisk, noto finanziere e di recente anche Presidente della Erie Railroad, aveva messo gli occhi sulla UP. Con grande abilità aveva acquistato solo sei azioni della UP e, quando nessun dividendo gli venne riconosciuto, fece un esposto al giudice George Barnard della Corte Suprema di New York per sostenere la violazione dei suoi diritti come azionista, e richiedere la dichiarazione di fallimento per la UP che evidentemente cedeva i suoi profitti alla Crédit Mobilier.

Oakes Ames riuscì a svignarsela appellandosi all’immunità parlamentare mentre il fratello Oliver venne arrestato.

I giornali erano in festa per le notizie e le vendite, e tutti pensavano che il grande assente all’assemblea, Doc Durant, fosse la mente dietro il ribaltone in corso.

Fisk, nella sua corsa al potere (e supportato dal giudice Barnard) ottenne il permesso di scassinare la cassaforte del quartier generale della UP, al 20 di Nassau Street. Presentatosi con al seguito un esercito di agenti armati di mazze il 2 aprile, impiegarono ore per aprire il forziere, ma al suo interno qualsiasi documento e registro di interesse era già sparito.

Quando il 9 di aprile giunse la notizia della decisione del Congresso sul termine della ferrovia transcontinentale la UP non la prese bene: erano diventati appaltatori, da protagonisti a operai al soldo della Central Pacific per completare la tratta OgdenPromontory Summit.

Senza un soldo, con i giornali a strillare peste e corna di intrighi e raggiri e a poche miglia dal completamento: il canto del cigno della Union Pacific stava sempre più diventando solo un coro di lamenti ad un corteo funebre.

Nonostante il clima teso e minaccioso, però, lo spettacolo doveva andare avanti: la CP aveva raggiunto Promontory Summit, mentre la Union Pacific aveva ancora uno sterro da completare e un ponte da costruire. Casement prometteva rapidi tempi di completamento per il Grande Traliccio, ma non spiegò mai perché non utilizzare il Grande Riporto della CP, che era bello che pronto. Nel frattempo giunse la notizia che tutta la nazione aspettava: le due compagnie avevano concordato la data di incontro delle ferrovie: Sabato 8 Maggio 1869.

Mentre la UP si rimboccava la maniche per restare nei tempi, costruendo sui due fronti l’ultima sezione della ferrovia, la CP iniziava a licenziare il personale, e anche gli accampamenti a ovest che ospitavano l’ultimo Inferno su Ruote cominciavano a svuotarsi.

Il fotografo della UP, il colonnello C.R. Savage, annotava senza sgomento di 24 uomini uccisi in 25 giorni. Li vedeva procedere ubriachi fradici e ammucchiarsi nei vagoni in partenza, dopo aver gonfiato i borselli di qualsiasi contrabbandieri e venditore di whisky della zona.

 

“In verità gli uomini guadagnano i loro soldi come cavalli e li spendono come asini.”

 

 

 

Central Pacific: Anno 1869

 

 

Aprile, 17: La CP raggiunge Monument Point
Aprile, 28: Stese 10 miglia di rotaie in un solo giorno
Aprile, 30: La CP completa il suo tratto.

Panoramica della tratta conclusa nel 1869

 

 

 

L’articolo di Adams sulla corruzione attorno all’affare Crédit Mobilier aveva notevolmente alzato la temperatura della sedia sulla quale sedeva Collis Huntington. Un’indagine sulle finanze della Union Pacific avrebbe certamente rallentato e in qualche modo “sabotato” il progetto della ferrovia di Durant, rendendo probabilmente più abbordabile l’obiettivo della CP di raggiungere Ogden per prima, o almeno Promontory.

Ma cosa sarebbe successo dopo?

E se la Commissione avesse deciso di allargare l’indagine alla Central Pacific?

E se qualcuno avesse iniziato a fare domande sui viaggi di Huntington a Washington, viaggi con valigie piene di soldi, poco prima di un inaspettato voto favorevole del Congresso?

Contract and Finance Company, questo era il nome che avrebbero trovato, una società di Charles Crocker con le stesse peculiarità della Crédit Mobilier, ma le cui azioni erano interamente possedute dai Big Four più E. B. Crocker,.

Una società in grande attivo, al contrario della CP che, come la UP, faceva fatica a trovare i soldi per pagare uomini e materiali.

Arpioni, chiodi e traversine non erano i soli materiali di cui necessitava la ferrovia. Quotidianamente arrivavano viveri per gli operai, strumenti di lavoro ma anche locomotive nuove e polvere nera che gli sterratori usavano per intaccare il terreno ghiacciato. Fu un inverno terribile per entrambe le compagnie, la CP lavorava a 5000 piedi di altitudine, e la UP affrontava tempeste di neve al confine con il Wyoming. Difficile lavorare in quelle condizioni. Il maltempo bloccava i rifornimenti e i passeggeri che già usavano il treno per gli spostamenti tra le città già raggiunte dalla ferrovia, ma l’evidenza dei grossi problemi venne solo settimane dopo, con il disgelo e il conseguente crollo dei tratti di ferrovia costruiti a meno 20 gradi. La logica avrebbe suggerito di non costruire d’inverno, ma la logica non seguiva il piano di lavoro imposto dalla CP. Le ultime miglia di ferrovia non erano un esempio di lavoro eseguito a regola d’arte: Henry George, inviato del Sacramento Union, nel suo rapporto sulla ferrovia steso ad Aprile, dopo averla percorsa quasi in toto, disse che “era stata messa insieme nella massima fretta”.

A Strobridge toccava pensare anche a come salvaguardare i tratti già stesi. A metà febbraio sulla Sierra Nevada si scatenò una terribile bufera, che bloccò due locomotive in arrivo con il materiale di stesura. A Cisco un ponte di tralicci venne giù come i bastoncini dello Shangai a seguito di una slavina. I cumuli di neve erano tali che nemmeno il più grande spartineve della CP, spinto dai motori di nove locomotive, riuscivano a far breccia nella muraglia bianca.

Nonostante tutte queste interferenze stava nascendo un clima di competizione tra le due compagnie: l’annuncio trionfale di Jack Casement che strombazzava ai quattro venti la posa di 4,5 miglia di ferrovia da parte della Union Pacific in un giorno solo fece infuriare Strobridge:

“Non mi piace l’dea che quelli dell’Union Pacific ci battano in questo modo!”

Crocker fece il diavolo a quattro per disporre del materiale necessario (ordini di milioni di traversine erano fermi o in ritardo), e Strobridge stese 6 miglia di ferrovia in un giorno solo.

La replica non tardò ad arrivare, Casement fece alzare dalle brande i suoi operai alle tre di notte, e facendoli lavorare alla luce dei fanali fino a mezzanotte riuscì a stendere 8 miglia.

Crocker si ripromise di battere quel record.

 

I topografi della CP avevano finito il lavoro, così come quelli dalle Union Pacific. Il problema era che le due tratte non ci incontravano, non era mai stato previsto, considerando che il guadagno era a rimborso dei binari stesi il business era… stendere binari, e stenderne il più possibile, il che significava andare sempre più a est. Entrambe le compagnie sembravano convinte di poter stendere la ferrovia in autonomia da est a ovest, sebbene questo volesse dire disporre di due tracciati quasi paralleli per molte miglia. L’obiettivo di Stanford era arrivare ad Ogden. Tra Ogden e il fiume Bear le massicciate delle due tratte erano distanti anche solo 200 piedi.  Nel tratto precedente, quello che andava da Bear a Promontory, le due massicciate erano a pochi piedi l’una dall’altra, e in un paio di casi si incrociavano. La vicinanza delle squadre creava un inevitabile clima di competizione. Gli irlandesi di Casement provocavano e dileggiavano la squadra cinese di Strobridge, gettando loro zolle congelate o facendo saltare il terreno con la polvere nera senza preavviso. I cinesi non risposero con l’inerzia che la squadra della UP si aspettava, anzi ripagarono gli attaccabrighe con la stessa moneta, facendoci purtroppo cascare anche il morto con una esplosione non dichiarata che seppellì diversi sterratori vivi sotto una montagna di detriti.

Il governo non avrebbe mai finanziato due volte la stessa tratta a due Compagnie diverse. Ben conscio del problema, e desideroso di portarsi a casa le obbligazioni dello Stato per poter completare il percorso, Huntington era di stanza a Washington per promuovere il tratto della CP come unico percorso della Ferrovia Transcontinentale, e ottenere 2,4 milioni di dollari di prestito governativo. Il segretario Browning, sentiti anche i fratelli Ames e Dodge arrivati anch’essi a Washington per lo stesso motivo, condizionò il prestito sulla base dell’esito di una commissione speciale che avrebbe scelto il miglior percorso tra quelli proposti.

Huntington imprecò a tale tempismo:

 

“La Union Pacific ha offerto più di me”

 

Browning sembrava avere le idee chiare: nominò una commissione, indicò i requisiti che la tratta vincente doveva possedere e dispose che venisse individuato il punto di incontro delle ferrovie. Le valutazioni sarebbero iniziate il 1° febbraio.

Stava fondamentalmente prendendo tempo, era ministro di un governo uscente e l’amministrazione Grant, in arrivo a breve, avrebbe avuto il potere di rivoluzionare qualsiasi decisione presa.

 

Ames, Oakes e Huntington non volevano attendere le lungaggini governative, quindi in una serie di incontri tra alberghi e imprecazioni arrivarono ad un accordo: la CP avrebbe costruito fino a Ogden, non un passo oltre.

Stanford, Leland non era contento, la mancanza di prospettiva di Huntington rischiava di mettere l’intero progetto a rischio, infatti a causa della bufera tutti i rifornimenti erano in ritardo e i cantieri erano quasi fermi: il 29 febbraio era ancora a 114 miglia da Promontory avendo quasi raggiunto il confine con lo Utah, mentre la UP era a 66 miglia da Promontory e aveva terminato il Devil’s Gate Bridge sul fiume Weber.

Huntington intanto tampinava Hugh McCulloch, il segretario del Tesoro, per richiedere le obbligazioni per la CP fino a 6 miglia a est di Ogden. La proposta fu discussa in una riunione di Gabinetto il 1° marzo (tre giorni prima dell’insediamento di Grant), e venne approvata all’unanimità. Con la valigia colma di obbligazioni per 2,4 milioni di dollari Huntington prese il treno per tornare a New York.

Tre giorni dopo Grant nominò George Sewall Boutwell (amico e collega di Ames) nuovo segretario del tesoro, e il suo primo ordine fu di sospendere l’emissione di ulteriori sussidi per entrambe le compagnie ferroviarie.

Nel frattempo, il 7 marzo la UP posava i binari a Ogden, senza sapere che quei soldi in realtà erano stati versati alla CP.

Huntington era sempre a Washington, per cercare un accordo con la Up rappresentata da Dodge. I due addivenirono ad un accordo, e quella notte il Congresso votò una risoluzione comune che diceva:

“Il termine comune delle ferrovie dell’Union Pacific e della Central Pacific Railroad Company sarà a Ogden, o vicino a Ogden,

e l’Union Pacific costruirà e la Central Pacific pagherà per sé e per l’altra compagnia la ferrovia dal termine suddetto fino a Promontory Summit,

punto in cui le rotaie si incontreranno e si collegheranno a formare una linea continua.”

 

La notizia correva sui binari ben più veloce di qualsiasi locomotiva, portando con sé sentimenti contrastanti, non sempre positivi.

Le due compagnie diedero immediatamente un segnale di obbedienza: la Central Pacific ritirava carri, uomini, tende e tutti gli equipaggiamenti ad Est della cima, e lo stesso faceva la UP a ovest delle Promontory Mountains (ma con qualche digrigno in più, soprattutto da parte dei confederati che non amavano un ordine che suonava come la ritirata).

Ora la CP procedeva a stendere i binari senza preoccupazione (posava una media di 4 miglia di ferrovia al giorno), e il 17 aprile aveva raggiunto Monument Point, dove aveva stabilito un accampamento molto esteso con centinaia di tende.

La notizia che la ferrovia era quasi completata stava già facendo il giro del mondo, e i primi passeggeri che provavano l’ebrezza della traversata partivano con la UP da Omaha, scendevano a Ogden dove con delle carovane raggiungevano Monument Point per ripartire da lì con la CP e arrivare in California in soli 7 giorni di viaggio. Le diligenze della Wells Fargo, che storicamente attraversavano il continente in epici viaggi ad ovest e ritorno, avevano sempre meno strada da percorrere, e ora si concentravano nel fornire il servizio di navetta da un terminale all’altro delle due ferrovie.

 

Charles Crocker non era il tipo da accettare una sconfitta. Quando nel 1868 la squadra della UP capitanata da Casement aveva steso più di 8 miglia di ferrovia in un sol giorno, Crocker non aveva smesso di competere, aveva solo iniziato.

Ora, preso da parte Strobridge, era deciso a riprendersi il record di miglia stese in un sol giorno:

 

“Dobbiamo rimboccarci le maniche ma non dobbiamo batterli fin quando non saremo così vicini

che non ci sia abbastanza spazio per loro da voltarsi e batterci di nuovo.”

Crocker puntava a 10 miglia di ferrovia stese in un giorno, e illustrò a Strobridge il piano da lui studiato per settimane, con centinaia di uomini attivi dall’alba al tramonto, pariglie di cavalli a trainare i vagoni colmi di materiale che i cinesi avrebbero scaricato direttamente lungo la massicciata. Crocker era così certo dell’esito di quell’evento che scommise con Durant $ 10.000 che avrebbero steso 10 miglia in un giorno solo.

Attesero fino al 27 aprile, quando alla UP mancavano 9 miglia per giungere alla sommità, e alla CP 14, ma quel giorno una locomotiva deragliò costringendo la compagnia a tentare il record il giorno successivo.

10 Miglia di Binari StesiAll’alba del 28 aprile arrivò un carro colmo di funzionari della UP, pronti ad assistere alla figuraccia dei cinesi di Crocker. Quello che tutti videro, invece, fu il compiersi di un’impresa unica, che verrà ricordata per sempre. Le squadre si muovevano come un esercito e in rapida successione si alternavano per completare il lavoro di posa: partivano gli irlandesi posando i binari trasportati con possenti tenaglie dalla zona di scarico alla massicciata. Ogni rotaia pesava 560 libbre, ci volevano quattro uomini per sollevarla. Alla massicciata, appena posate le rotaie, arrivavano gli operai a posare gli arpioni, e subito dopo le squadre cinesi li fissavano. Ad avvitare i bulloni si occupava la squadra subito dietro, ed infine arrivavano i raddrizzatori e gli addetti al pareggiamento delle rotaie. Di fianco avanzava parallelamente anche il telegrafo, con squadra intente a scavare buche, conficcarci i pali, e ad issare cavi ed isolatori.

Alle 13,30, in corrispondenza del fischio della pausa pranzo, la CP aveva già steso 6 miglia di binari. In quel punto venne battezzata la cittadina di Victory (che poi diventò Rozel, Utah).

Alla sera un treno retrocedeva fino a Victory, per riportare 1200 uomini esultanti, esanimi e felici al campo base, dopo aver steso 10 miglia di rotaie in un giorno solo.

Casement non la prese bene, e chiede a Durant il permesso di togliere binari già stesi per avere la possibilità di battere quel record, ma Doc rifiutò. Non era uno sportivo, Doc, e da quel che si sa non onorò mai la scommessa persa con Crocker.

Il 30 Aprile la CP aveva raggiunto la cima finale delle Promontory Mountains, iniziarono a spuntare le tende dei cinesi in quel bacino che sarebbe stato battezzato Promontory Summit. Restava solo da attendere l’arrivo delle ferrovie della UP.

 

 

 

Central Pacific: Anno 1868

 

Maggio, 1: Completata tratta da Reno al Truckee
Giugno, 15: Completata la stesura della ferrovia da Cisco al Truckee.
Giugno, 18: Primo treno passeggeri percorre la tratta Sacramento – Reno
Ottobre, 30: Completata la tratta fino a Winnemucca.

 

 

 Panoramica della tratta conclusa nel 1868

Collis Huntington cominciava a non approvare i metodi di Charles Crocker: sebbene quest’ultimo, infatti promettesse ai soci che nel 1868 avrebbe steso un miglio di ferrovia al giorno, Huntington voleva alzare l’asticella e chiedeva più risultati eventualmente sacrificando la qualità.

Costruirei la ferrovia più economica possibile e la farei accettare dalla Commissione (governativa) in modo che avanzasse rapidamente”, diceva Huntington.

Anche la Union Pacific definiva i suoi obiettivi: 400 miglia entro la fine del 1868, risultato che la Central Pacific doveva eguagliare se non superare, anche se in questo caso fu proprio Crocker a lamentare ad Huntington la lentezza dell’approvvigionamento del ferro e del materiale rotabile, poiché dal canto suo il problema non era nella manodopera ma nella disponibilità delle materie prime:

“[…] Sono convinto che uno stesso numero di uomini e cavalli non sarebbe mai riuscito ad eseguire un lavoro

maggiore di quello che è stato eseguito sulla ferrovia della CP quest’anno”

Nonostante le scaramucce con il tesoriere, anche Charkes Crocker desiderava, come tutti i Big Four, aumentare il ritmo e portare più miglia nel proprio obiettivo dell’anno.

Chinatown nata con la cittadina di Truckee Per la CP il personale era necessariamente cinese: costava la metà ed era mediamente più fedele rispetto ad altri lavoratori che abbandonavano il lavoro senza preavviso dopo poche settimane.

Ho conosciuto un ufficiale appena giunto dalla Cina. Dice che appena dopo il Capodanno Cinese (il 05 febbraio) ogni vapore che parte dalla Cina mensilmente avrà a bordo da 800 a 1000 uomini, e intende mandarli tutti a lavorare da noi. Altre migliaia arriveranno con i velieri, perciò dovremmo averne abbastanza”, diceva Crocker.

Anche Huntington aveva la sua bella gatta da pelare, comprare il materiale di costruzione e spedirlo costava una fortuna. Nel 1863 le rotaie di ferro costavano 41,75 dollari alla tonnellata, ma da quando il Congresso aveva chiesto ad entrambe le società di utilizzare solo ferro americano il costo delle rotaie era decollato, e nel 1868 costavano 91,70 dollari alla tonnellata, cui si andavano ad aggiungere circa 52 dollari a tonnellata per spedirle a San Francisco attraverso l’istmo di Panama.

Altra spesa non prevista era la costruzione dei paravalanghe: durante l’inverno metà della forza lavoro era utilizzata unicamente per spalare la neve. Arthur Brown, sovrintendente ai ponti e agli edifici della CP, aveva avuto l’ok dai Big Four e nell’estate del 1867 aveva dedicato 2500 uomini alla costruzione dei ripari della ferrovia, impiegando costantemente sei treni per il trasporto di tronchi, viti e bulloni, per un costo superiore ai due milioni di dollari. Il tratto più lungo di copertura era di 29 miglia, venne chiamato “La Casa senza Fine” e vantava cento milioni di assi di legno da un piede ciascuno.

Lavoratori cinesi alla ferrovia Tutto questo legno esponeva la ferrovia ad un grandissimo pericolo, infatti le scintille provocate dalle locomotive potevano innescare terribili incendi se finivano nei cumuli di legno a bordo ferrovia o, peggio, addosso ai paravalanghe o ai tralicci dei ponti. Le zone più pericolose necessitavano di una sorveglianza continua e di essere irrorate da getti d’acqua, per questo motivo nel tempo il legno venne sostituito con il cemento.

Una delle clausole del RailRoad Act era che le compagnie potevano preparare la strada alla ferrovia per 300 miglia oltre l’ultimo binario steso, quindi il giorno 1 aprile 1868 l’ingegnere della CP Joseph Graham piantava il primo paletto nella zona desertica delle colline pedemontane della Sierra Nevada. Avrebbero chiamato il sito “Reno”, dal nome di Jesse Lee Reno, un generale della Guerra Civile ucciso nel 1862. La vendita all’asta degli appezzamenti andò benissimo, poiché per la sua posizione Reno si candidava a centro commerciale delle vicine città di Virginia City, Washoe e Carson City. Il problema che però aveva la Central Pacific Railroad era che non poteva chiedere i sussidi governativi per il completamento della tratta di Reno, in quanto il RailRoad Act precisava molto chiaramente che il percorso precedente doveva essere continuo, cosa che valeva per la UP ma non per la CP, che per via delle bufere di neve aveva dovuto interrompere la stesura della ferrovia ad est della cima della Sierra.

Urgeva chiudere il percorso già steso, che aveva un buco di 7 miglia sulle 131 stese.

Nell’Aprile 1868 Strobridge mandò centinaia di cinesi di nuovo sulle montagne per liberare la strada dalla neve, poiché anche le tratte già completate erano sepolte. Si usò addirittura la polvere da sparo per liberare la massicciata dal ghiaccio. Nel frattempo si continuava a costruire verso Reno, che venne raggiunta dai binari il primo di Maggio.

Sebbene quel buco nella stesura della ferrovia impedisse di ottenere i sussidi, Huntington ed i suoi collaboratori studiavano il percorso successivo, che doveva raggiungere il Weber Canyon passando per Humboldt Wells. Mancavano ancora 500 miglia all’Echo Summit, il punto che Huntington si prefiggeva di raggiungere, ad est di Salt Lake City, e sebbene non vi fosse nessun sussidio per lavori collocati oltre le 300 miglia, la CP mandava Montague e i suoi topografi a nord del grande Lago Salato per cercare il percorso ideale… trovandosi a lavorare a fianco delle bandierine della UP che voleva tracciare il proprio percorso attraverso lo Utah fino in Nevada e in California!

Il Railroad Act non specificava il punto di congiunzione, e la libertà data alle compagnie ferroviarie li spingeva a costruire il più possibile.

Il 15 Giugno 1868, con un trionfale telegramma, Stanford informava Hopkins che la ferrovia era finalmente costituita da 177 miglia di tracciato continuo, fino al fiume Truckee. Pochi giorni dopo veniva avviata la lavorazione della tratta successiva, sul fiume Humboldt, con 3000 sterratori cinesi chini a terra a preparare il terreno. Il panorama era completamente diverso da quello della Sierra, e tutta la zona del Truckee era un’immensa vallata di alta erba verde.

La locomotiva Antelope Senza perdere tempo, il 18 Giugno la CP inaugurò la ferrovia con la partenza del primo treno passeggeri da Sacramento a Reno. Di quel viaggio vi è una importante testimonianza, in quanto un giornalista del San Francisco Daily Alta California registrò, con un acceso entusiasmo, tutte le impressioni di quel primo viaggio attraverso la Sierra, narrando l’impresa della locomotiva Antelope e del macchinista, tale Hank Small, e dell’esercito di cinesi al lavoro su tutto il percorso per completare e tenere pulita la strada. Ad Ovest del Summit Tunnell il treno dovette aspettare per due ore il lavoro di sgombero degli operai che ripulivano il percorso dai resti di una slavina che aveva portato con sé anche massi di granito.

Huntington continuava a mandar rotaie, pungolando Crocker sui tempi di realizzazione:

“Lavorate come se aveste davanti il Paradiso, e l’Inferno dietro di voi”.

Il 1° luglio l’ingegner Graham collocò i paletti che delineavano la fondazione della città di Wadsworth nel punto in cui il tragitto attraversava il fiume Truckee che, con un’ansa che puntava a nord, andava a collegarsi al lago Pyramid. Questa città aveva un’importante funzione strategica per la CP, divenne infatti la sede degli approvvigionamenti e del deposito di materiali e locomotive, così da non dover più dipendere direttamente da Sacramento.

Da Wadsworth il panorama cambiava ancora, e nel tragitto che puntava a nord ovest lungo il fiume Humboldt c’era solo il Grande Deserto, una distesa di sabbia e sassi che non offriva nessun tipo di materiale per la costruzione. Anche i rifornimenti per il personale erano un costo enorme, Crocker inviava a Strobridge cinquanta vagoni al giorno, suddivisi in cinque treni. L’acqua arrivava dal Truckee, e alla fine dei binari veniva raccolta in barili e spostata ai cantieri con i carri, mentre molto materiale scendeva dalla Sierra, dove ce n’era ancora in abbondanza. Ma questi erano tutto sommato problemi ordinari, i problemi straordinari, quelli che non potevano essere previsti, causarono rapidamente la perdita di quasi mille cinesi. Gli Indiani, che mal sopportavano l’arrivo della ferrovia, avevano iniziato a far circolare voci terrorizzanti all’interno della manodopera cinese, storie di serpenti colossali che inghiottivano i cinesi, e di indiani alti 25 piedi che mangiavano uomini per colazione, causando un fuggi fuggi degli operai. Ma il deserto era pianeggiante, una manna dopo le montagne rocciose, e nonostante tutti i problemi in quell’estate la CP riuscì a stendere quasi un miglio e mezzo al giorno… e la stendeva bene! Continue visite di Commissioni Governative si muovevano lungo la ferrovia per verificarne qualità e struttura, e la CP veniva sempre promossa e il lavoro dei Big Four osannato. Spinto dall’entusiasmo Huntigton fece richiesta delle obbligazioni per finanziare il tratto finale fino all’Echo Summit, ma l’intervento di Doc Durant e Oliver Ames, che si disputavano lo stesso tragitto, bloccò l’operazione.

Un altro gigante faceva lo stesso percorso a fianco dei binari, e richiedeva altrettanto lavoro: lungo la ferrovia stava crescendo anche la linea telegrafica, e una moltitudine di pali si stendeva a perdita d’occhio, culminando nel vagone che fungeva da ufficio telegrafico e dal quale si srotolava il cavo. Il lavoro al cantiere era uno spettacolo per gli occhi dei giornalisti che arrivavano al capolinea desiderosi di toccare con mano quella titanica impresa.

Un giornalista dell’Alta California scriveva:

Mano nella mano nella loro possente marcia vanno i due giganti gemelli, la ferrovia ed il telegrafo,

portatori strettamente collegati di civiltà che tra poco strapperanno alla sua primitiva asperità un continente”.

Stanford era ormai di stanza a Salt Lake City, e continuava a ricevere gli incitamenti di Huntington di accaparrarsi il percorso verso Echo Summit, che doveva distare non più di 300 miglia a fine anno. Significava stendere ancora circa 100 miglia di ferrovia, ovvero più di tre miglia al giorno, un traguardo mai ottenuto dalla CP. Stanford, dal canto suo, notava i frementi movimenti della UP che iniziava ad abbandonare la tratta agli Humboldt Wells per dedicarsi a Promontory. Le sue indicazioni erano chiare, continuare sulla linea individuata, nonostante questo significasse costruire a fianco della massicciata della UP, e tralasciare Echo Summit, troppo a est, per cercare invece un percorso più conveniente a Promontory, ed evitare un tunnel che sarebbe costato circa 75.000 dollari. Nel frattempo aveva convinto i mormoni di Brigham Young a posare la massicciata da Ogden verso ovest, fino a Monument Point. L’abbandono di Echo Summit guidato da Stanford non piacque ad Huntington, che in una lettera ad Hopkins del 15 Dicembre confidava:

Penso che abbiamo fatto un terribile errore nel lasciare che le cose andassero come sono andate al Lago Salato.

A volte mi viene da bestemmiare, ma non serve a niente”.

Si stavano giocando i momenti cruciali, nello Utah si sarebbe completata la ferrovia, e si sarebbe completata nel 1869. Salt Lake City era la prima grande città che la ferrovia incontrava nella sua corsa, abituata in passato a passare per lande brulle e disabitate, e anzi a creare insediamenti nel nulla. Nel 1868 la CP aveva costruito 362 miglia, rispettando la promossa che Charles Crocker aveva fatto ai Big Four di stendere la media di un miglio al giorno. 

 

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Union Pacific: Anno 1868

 

Aprile, 7: raggiunto lo Sherman Summit
Aprile, 23: completato il ponte sul Dale Creek
Maggio, 12: incidente nell’attraversamento del North Platte
Luglio, 21: ultimato il ponte sul North Platte.

 Panoramica della tratta conclusa nel 1868

Tutti volevano la ferrovia transcontinentale, e l’ansia di disporre di questo nuovo collegamento tra est ed ovest si percepiva dall’enorme attenzione che i giornali davano all’evento, che trovava spazio ogni giorno nei quotidiani dell’epoca e che metteva in agitazione i commercianti di tutti gli Stati. Frotte di uomini d’affari erano pronti a invadere la California con i loro prodotti e servizi, e maree di persone volevano lasciare la Costa Occidentale per fare ritorno alle loro case senza affrontare l’impervia navigazione attraverso Panama. Attraversare il paese sarebbe costato circa cento dollari, invece dei mille che richiedeva l’attuale via marittima o quella delle diligenze.

Una settimana di viaggio anziché mesi di tedioso arrancare.

La notizia dell’avanzamento della ferrovia occupava anche spazio nei notiziari europei: un veterano della Guerra Civile, il colonnello W. Heine, presentò la sfida transcontinentale alla Società Geografica Francese lodando il coraggio, la tenacia e i risultati conseguiti dal suo paese. Rese omaggio a Lincoln, che “aveva avuto l’onore di firmare le assegnazioni di terra per la più grande ferrovia del mondo con la stessa penna che aveva decretato l’abolizione della schiavitù”.

Ma tanta attenzione e tanto interesse portavano irrimediabilmente anche tante critiche per le due società, accusate di aver adottato un sistema di produzione al risparmio. Se la Union Pacific era criticata per la scelta dei materiali e la qualità della costruzione, la Central Pacific veniva accusata di eccessiva lentezza nella stesura dei binari, e in generale veniva criticato il metodo della gara che non premiava un buon lavoro ed incentivava la trascuratezza.

Non tutti erano della stessa opinione, una testata dello Utah sosteneva invece che gli straordinari risultati raggiunti erano merito proprio della competizione tra le due società, e che un’unica impresa appaltatrice non avrebbe ottenuto gli stessi traguardi, tantomeno avrebbe potuto sperare nella chiusura della ferrovia un anno prima del previsto, già nel 1869, come molti si auguravano.

In realtà serpeggiava grande ottimismo e un rinnovato senso patriottico (anche considerando che reggimenti di trionfanti nordisti, di ritorno dalla guerra, ora lavoravano alla UP), e gli americani stavano dando una dimostrazione di tenacia e determinazione mai vista prima. Lo stesso Dodge sentenziava che

“[…] non c’era problema finanziario o relativo allo sviluppo del paese così grande

che il suo popolo non fosse in grado di affrontare e padroneggiare”.

 

Operai della UP al lavoro vicino LaramieIl Wyoming si presentava come una sfida abbordabilissima e dall’immenso ritorno economico, e l’entusiasmo di Dodge passò dal campo di battaglia a quello dei posatori. Appellandosi ad una clausola che permetteva alle compagnie di preparare 300 miglia di linea continua in anticipo al finale della ferrovia, Dodge voleva spingere la costruzione verso ovest a tal punto da augurarsi di intercettare la Central Pacific entro la primavera del 1869, ancor prima che questa uscisse dalla California, mentre entro il 1868 avrebbe steso la ferrovia fino al Lago Salato.

Era pura follia, ma i suoi prospettori avevano già tracciato la strada fino alla California, correndo a fianco della massicciata della CP.

In un messaggio di gennaio al suo sovrintendente, Sam Reed, Dodge scrisse:

“Lei dovrà sgobbare sodo nel 1868”.

Per la UP significava stendere almeno tre miglia di ferrovia al giorno.

Tutta questa fervente operosità non sembrava impensierire troppo i Big Four, abituati alle guerre in seno alla UP causate dalla divergenza di opinioni degli stessi partecipanti, ma questo non voleva dire che prendevano sottogamba la sfida: era aperta la conquista dello Utah, e i prospettori delle due compagnie erano all’opera disegnando sul terreno due file di bandierine perfettamente parallele.

Operai posano i pali del TelegrafoSul terreno della Union Pacific era in corso una gara ben più pragmatica di quella con la CP, infatti oltre alla squadra che stendeva i binari della ferrovia vi era il gruppo di tecnici che posava il telegrafo, come per altro necessariamente prescritto dal contratto con il governo. Gli operai che si occupavano del telegrafo ricevevano anch’essi, come i posatori, il materiale di costruzione tramite carri merci: pali, bobine, bracci a croce e viti. L’avanzamento delle due piste doveva essere il più possibile allineato, tanto che in caso di ritardo del materiale, per non restare indietro, si era presa l’abitudine di allestire dei supporti temporanei che permettessero almeno la stesura delle bobine e dessero a Dodge la possibilità di scrivere quotidianamente i suoi ordini a New York, Chicago e Omaha.

Anche la squadra del telegrafo aveva i suoi problemi, nettamente diversi da quelli dei posatori. Le minacce più concrete erano i bisonti (che grattandosi sui pali finivano spesso per abbatterli) e il whisky (contrabbandieri seguivano fedelmente la ferrovia per tentare gli operai nottetempo con la conseguenza di innescare liti e malesseri che sfociavano anche negli omicidi).

Nonostante queste difficoltà Reed lavorava incessantemente per seguire le indicazioni di Dodge. Il 18 marzo mandò un telegramma a Crocker:

“I miei uomini hanno piantato i picchetti sui monti Humboldt. Ci incontreremo là.”

Crocker era divertito da queste ottimistiche (o presuntuose) visioni. Ad un giornalista rispose:

“Non troverà i picchetti quando ci arriverà. Troverà i miei treni.”

Sherman Pass: tecnica di taglio su più lineeA ben guardare, in effetti, non c’era da essere proprio allegri: l’inverno 1867-68 fu caratterizzato da frequenti bufere di neve che impedirono la prosecuzione dei lavori fino a primavera inoltrata. Lo stesso Reed rimase bloccato per giorni nello Sherman Pass, e i lavori poterono riprendere solo in primavera poiché ci vollero quasi due settimane per sgomberare la sede ferroviaria dalla neve caduta. Il 7 aprile la Union Pacific posava le rotaie sullo Sherman Summit, a 8242 piedi di altitudine, la più alta vetta ferroviaria del continente, e già dal giorno dopo i lavori di posa continuavano, in direzione Dale Creek.

Dale Creek rappresentava una grande sfida per la UP, poiché richiedeva la stesura di un ponte per attraversare il torrente. Come fatto in passato, venne fondata la cittadina di Dale City per supportare il personale dedicato alla costruzione.

Il ponte di Dale Creek Il 23 aprile il ponte venne completato, lungo 700 piedi e alto 126 sul letto del fiume, il ponte più alto mai costruito dalla UP. Il progetto era di per sé veramente molto audace, un ponte fatto interamente di legno e sufficientemente robusto da affrontare il peso dei treni in transito e, da non dimenticare, le terribili raffiche di vento che tempestavano il Wyoming, e che per poco non lo fecero crollare durante la costruzione.

Segnaletica all'approccio a Dale CreekIl morale della UP, con il ponte di Dale Creek alle spalle, era alle stelle. In poco tempo la compagnia era già all’opera sulla tratta successiva che portava a Laramie, e nel frattempo la massicciata era già stesa fino al Green River.

Leigh Freeman, tipografo e giornalista figlio di un dipendente della Union Pacific, fondò nel 1866 il giornale “Frontier Index” e seguiva l’avanzare della ferrovia spostando il suo torchio tipografico per mezzo di un carro lungo i vari “Inferni su Ruote” che i binari lasciavano dietro di loro. Giunto a Laramie pubblicò un numero del “Frontier” in cui profetizzava Laramie come una nuova Chicago vista la crescita esponenziale degli abitanti (2000 in poco più di due settimane).

Uno degli Inferni su Ruote nati lungo la ferroviaL’ostacolo successivo degno di nota per la UP era un altro fiume da attraversare, il North Platte, e questo significava un altro ponte da costruire. Venne incaricato Arthur Ferguson, topografo, che il 25 Aprile 1868 partì da Omaha verso i cantieri di costruzione. Sfruttando la ferrovia riuscì a raggiungere Cheyenne in un solo giorno, ma la sosta nella cittadina non fu di suo gradimento, paragonando l’agglomerato come un grande carnevale fatto di sale da gioco e luoghi di dubbia moralità. Coprì le restanti miglia con treni tecnici, carri e tanta paura di un attacco degli indiani, giungendo al limitare della ferrovia il 6 Maggio dove iniziò le rilevazioni insieme ai suoi collaboratori.

Il 12 Maggio avvenne un incidente nel tentativo di attraversare il fiume su un carro trainato da muli. Il conducente non aveva chiara la posizione del guado, e presto l’acqua del fiume soverchiò il carro rovesciandolo, e trascinando muli, persone e materiale sul fondo. Ferguson riuscì a salvarsi per miracolo, ma due suoi collaboratori affogarono nell’incidente e i loro corpi non vennero mai più ritrovati. Purtroppo non furono le uniche perdite del cantiere, poiché l’attraversamento del North Platte comportò altre vite sia di operai che di cavalli e muli che utilizzavano i traghetti per attraversare le sue acque. Il fiume non era l’unico elemento che metteva a rischio la vita degli operai, anzi vi erano diverse vittime tra le fila della forza lavoro. Indubbiamente la presenza di indiani creava molta agitazione, e soventi erano le incursioni dei nativi per rubare bestiame, occasioni nelle quali ci scappava il morto, spesso scalpato. Il diario di Ferguson riporta dettagliatamente le conseguenze degli attacchi e le date: 19 giugno, 20, 21, 30, 2 luglio, le incursioni non davano pace e gli operai si armavano per proteggersi, usando però talvolta le armi anche alla sera nelle risse causate dall’alcol e uccidendosi fra di loro, risultando di fatto più pericolosi degli indiani stessi.

Una vera strage.

Ferguson stesso venne sfiorato da una pallottola vagante sparata dai bellicosi operai ubriachi, ma nessuno avrebbe mai ammesso che il problema era dalla parte “civile” del conflitto: l’unico nemico che gli Stati Uniti volevano avere era l’indiano, sebbene dal 1867 i guerrieri apache erano sotto controllo e resi inermi dalla possente presenza militare lungo la ferrovia (dotati di eccellenti fucili Springfield, e non dei ruderi ad avancarica usati da sioux, cheyenne e arapaho), e i recenti attacchi erano principalmente frutto di qualche adolescente indiano che voleva mettersi in mostra con la propria tribù. Ferguson avrebbe voluto cancellare i “diavoli rossi” dalla faccia della Terra, ma non faceva che incarnare il pensiero dello stesso presidente Oliver Ames:

“Non prevedo altro che lo sterminio per gli indiani a causa della loro disposizione al furto,

e probabilmente dovremo arrivarci prima di poter gestire con sicurezza la ferrovia.”

Il ponte venne ultimato il 21 Luglio, e la carovana di operai, imbroglioni, prostitute e baristi era già in viaggio per il prossimo “inferno su ruote”, Green River, che raggiunsero il 21 Settembre.

Doc Durant stava facendo soldi a palate, e con lui tutti gli azionisti della Crédit Mobilier, le cui azioni davano un ritorno del 280% in un anno. Durant però ormai non puntava solo alla ricchezza, non era interessato solo ai soldi, voleva di più, voleva essere ricordato nei libri di storia come l’uomo che costruì la ferrovia transcontinentale. Qui nasceva il problema, però, perché se era vero che a New York Doc Durant era la ferrovia, a ovest del Mississippi il nome cui la gente riconosceva quel titolo era quello di Grenville Dodge. Dodge aveva scelto il percorso, aveva incalzato Lincoln, ed era il riferimento pratico e tecnico di tutto il personale al lavoro. Dodge era inflessibile, e a niente era valso mettergli come secondo Silas Seymour con il solo fine di allungare il percorso e mettere in discussione le scelte più ovvie in funzione di quelle più redditizie.

Il 25 Luglio a Fort Sanders, vicino Laramie, si riunirono Dodge, Durant, Grant, Sherman, Sheridan e altri generali per valutare la situazione e la plausibilità delle comunicazioni di Durant, che con il suo “ordine generale n°1” aveva rimosso dall’incarico di ingegnere capo Dodge accusandolo di aver trascurato i suoi molteplici impegni, e incaricato contestualmente Seymour di portare avanti i lavori della ferrovia. Dodge fu lapalissiano:

“Se Durant o chiunque collegato alla UP cambierà il mio percorso lascerò la ferrovia.”

Grant, che agiva come se la rielezione fosse un dato di fatto, incaricò ufficialmente Dodge di mantenere il suo incarico alla ferrovia fintantoché questa non fosse completata. Durant, spiazzato, cambiò immediatamente posizione ritirando ordine e obiezioni.

Qualche mese dopo fu comunque formata una commissione speciale con l’obiettivo di indagare sui presunti errori e manchevolezze nella costruzione della ferrovia, ma il giudizio unanime del team formato da segretario Browning fu che “[…] erano stati fatti così pochi errori ed esistevano così pochi difetti da rimanere sorpresi”. La ferrovia appariva “ben costruita” e attraversava i passi più favorevoli disponibili, applaudendo quindi l’operato di Dodge.

Ponte a Green River, sullo sfondo Castle RockDurant sembrava aver perso questa battaglia, ma la ferrovia procedeva speditamente più che mai, raggiungendo il picco di 8 miglia stese in un solo giorno. Si avvicinavano al confine con lo Utah, con Jack Casement che faceva di tutto per “arrivare alla valle del Lago Salato prima delle nevi”.

Ora anche i Big Four della CP iniziavano a preoccuparsi.

Durant voleva battere la Central Pacific, ignorava le suppliche di risparmio che gli giungevano da Ames e puntava alla conquista della terra dei mormoni, con Ogden come primo obiettivo ma mirando a raggiungere la CP sugli Humboldt Wells, se non più a ovest.

Il 6 Maggio 1868 Durant giocò il suo asso, e scrisse un telegramma a Brigham Young:

“E’ disposto a stipulare un contratto per una parte della nostra massicciata tra l’inizio di Echo Canyon e il Lago Salato? Stabilisca il prezzo per iarda cubica”.

Young rispose affermativamente un’ora dopo: il suo popolo era a corto di denaro, e la sua terra provata da un’invasione di locuste che aveva distrutto i raccolti, quell’incarico era quello che ci voleva per mettere al lavoro i 5000 operai ora disoccupati che mancavano a Durant. Young dettò le condizioni, con rimborsi variabili in funzione della difficoltà del terreno movimentato, e a giugno iniziarono i lavori.

La notizia che i mormoni presto non sarebbero più stati isolati dal resto del mondo causò una immigrazione di massa dall’Europa, solo nel 1868 giunsero a Salt Lake City 3232 persone.

Central Pacific: Anno 1867

 

Febbraio, 18: Una violenta bufera di neve blocca l'avanzamento dei lavori.
Marzo: Una slavina trascina a valle 19 cinesi al lavoro sulla ferrovia.
Agosto: Viene perforato il Summit Tunnel

 Panoramica della tratta conclusa nel 1867

L’avanzata della Central Pacific lungo la Sierra Nevada non si misurava più in miglia ma in iarde. I cinesi all’opera nell’operazione di scavo lavoravano a gruppi di tre per volta contemporaneamente, in turni di otto ore. Un operaio maneggiava la propria trivella in alto, più che poteva, un altro a livello della vita ed il terzo a livello del terreno, macinando granito con l’aiuto di due operai dotate di mazze. Dopo otto ore di lavoro riuscivano ad ottenere un foro di quattro pollici, largo meno di due. Le uniche soste consentite erano quelle dedicate a bere un po’ di tè: un operaio portava due barilotti appesi alle estremità di un giogo appoggiato alle spalle con il tè per i compagni. Questa bevanda era conosciuta come “tè alla polvere”, in quanto i barilotti in questione erano quelli che in origine venivano usati per contenere la polvere nera, poi lavati e puliti.

 Cinese che porta il "Tè alla polvere"

Quando tre o quattro buchi erano pronti si riempivano di polvere nera e della relativa spoletta e si faceva saltare. Dopo l’esplosione si riprendeva immediatamente a trivellare, mentre altri operai ripulivano la sede dai detriti caricando con delle pale la roccia sulle carriole che venivano svuotate attraverso delle finestre realizzate nella neve giù per la montagna. L’approccio allo scavo sui quattro fronti (i due dalle estremità più i due interni partiti dal pozzo centrale) permetteva di scavare dai 6 ai 12 pollici di materiale da ogni fronte.

Una complessità non banale era data anche dal fatto che la galleria disegnava una curva nella sua realizzazione, e questo richiedeva un perfetto coordinamento dei gruppi di scavo per permettere l’incontro delle gallerie al centro della montagna. Il Van Nostrand’s Engineering Magazine etichettava questo approccio come irragionevole per via dei molteplici fattori di rischio che avrebbero causato un disallineamento delle gallerie, ma Lewis Clement dimostrò di sapere il fatto suo: le gallerie si incrociarono tutte perfettamente con uno scarto di meno di un pollice, a dimostrazione dell’accuratezza dei suoi calcoli nonostante le condizioni climatiche dei punti di rilevamento.

Il 18 febbraio alle 14 iniziò una potente bufera di neve che durò fino al 22 febbraio alle 10 di sera. Il forte vento, che continuò a turbinare per altri cinque giorni, creò imponenti cumuli di neve: con la visibilità ridotta a zero anche il passaggio da una capanna all’altra diventava una vera e propria sfida per uomini e animali.  Tale clima non impediva però agli operai di continuare il proprio lavoro all’interno delle gallerie, che illuminate dal fuoco diventavano sette stelle accese in mezzo ai pendii nevosi del Donner Pass.

Metà della forza lavoro della CP veniva dedicata allo sgombro della neve caduta nell’ultimo tratto della Dutch Flat & Sonner Lake Wagon Road, la carovaniera usata per le comunicazioni. Il tratto rimanente diventava un muro di neve il cui attraversamento era compito dei carovanieri che, indossando prima racchette canadesi e poi sci norvegesi, spingevano i loro carri dedicati al trasporto di polvere da sparo, trivelle, cibo e rifornimenti torcendo le code dei buoi che sprofondavano nella neve.

I primi di marzo il Sacramento Union riferì di come una slavina trascinò a valle 19 cinesi al lavoro sulla ferrovia.

I costi che la Central Pacific stava sostenendo per tenere puliti i binari già stesi erano enormi, considerando che un blocco della strada avrebbe impedito l’utilizzo di tutta la tratta. Un giorno Stanford durante il pranzo propose a Crocker di costruire dei ripari per la ferrovia al fine di ricoprire le zone più a rischio dalla neve: si trattava di una spesa immensa dotare la ferrovia di un tetto, ma sembrava non esserci nessuna alternativa. Lewis Clement disegnò i nuovi paraneve che avrebbero coperto quasi 50 miglia di ferrovia: 5 miglia venne stesa già nel 1867, ed il resto nell’anno successivo. Un tratto di essi si estendeva per 28 miglia senza interruzioni.

Vista di un tratto di ferrovia con copertura per la neve

Il 7 gennaio in una lettera Crocker diceva ad Huntington che le loro uniche armi contro la roccia erano i cinesi e la polvere da sparo, ma c’era un’altra arma che la Central Pacific doveva prendere in considerazione per accelerare i lavori: la nitroglicerina. La CP aveva già utilizzato la nitroglicerina l’anno prima, ma l’aveva poi scartata per la pericolosità che la caratterizzava. Gli uomini la temevano, ma non i cinesi che erano diventati abbastanza abili nel maneggiarla. I vantaggi nell’uso della nitroglicerina erano evidenti: buchi più piccoli per il posizionamento, meno polvere causata dall’esplosione e detonazioni anche otto volte più potenti della polvere nera. Crocker acquistò i componenti separatamente per renderne il trasporto più sicuro, ed assunse il chimico James Howden per miscelare la nitroglicerina direttamente in loco. Sui fronti esterni l’avanzamento della galleria passò da 1,18 a 1,82 piedi al giorno con l’utilizzo della nitroglicerina, e all’interno del pozzo l’avanzamento verso l’esterno passò da 2,51 a 4,38 piedi al giorno.

Il fattore tempo era determinante, in tutte le sue accezioni: il tempo atmosferico non dava tregua, l’arrivo dell’inverno avrebbe portato con sé un’ondata di morti per congelamento, e il tempo scandito dall’orologio di Strobridge  non lasciava a nessuno la possibilità di ribattere. Edwin B. Crocker, fratello di Charles e consulente legale della Compagnia, propose di portare il motore della Sacramento in cima alla montagna, e di utilizzarlo per le perforazioni. Suggerì inoltre di far esplodere le cariche con una batteria elettrica, ma il caposquadra non ne volle sapere:

“La verità è che le cose hanno assunto un ritmo tale

che non si può più fare niente che Strobridge non voglia”, affermò E.B.

Perforare la montagna era un lavoro durissimo e richiedeva molto tempo: più di 8000 cinesi erano impiegati nelle perforazioni, ma Crocker aveva bisogno di altra manodopera, voleva avviare da subito la stesura della massicciata ad Est della cima, e per questo inviò 3000 cinesi nella valle del fiume Truckee. Gli asiatici colonizzarono i boschi adiacenti alla tratta, occupando vecchi edifici e capanni ormai disabitati. Quando durante una nevicata crollò il tetto di un granaio, quattro uomini morirono schiacciati. La morte nella notte per congelamento era una drammatica consuetudine, mentre il giorno trascorreva montando pali e archi a sostenere un ponte a due arcate da 150 piedi l’una.

 

Una chiara indicazione del senso di competizione che esisteva tra le due Compagnie era dato dalla corsa dei topografi. Nella primavera del 1867 la CP aveva già steso bandiere e picchetti lungo tutta la strada prevista, superando il Lago Salato e raggiungendo Fort Bridger, sul pendio orientale della catena Wasatch. Avevano posati i loro vessilli esattamente a fianco di quelli della Union Pacific. La CP intendeva raggiungere Fort Bridger, mentre la UP vantava di poter intercettare la Central Pacific al confine tra Nevada e California. Fortunatamente le vanterie di Durant erano coscientemente mitigate da E.B. Crocker, che invece auspicava in una maggiore collaborazione. Per la CP non era solo una questione di prestigio. Stanford ripeteva:

“I nostri veri utili si trovano nel tratto oltre la Sierra Nevada, e per assicurare la linea fino al Lago Salato,

se sarà necessario, possiamo permetterci di fare grandi sacrifici per superare le montagne”.

A stabilire dove si sarebbero incrociate le ferrovie non era l’ambizione degli imprenditori ma il Congresso, una decisione lungi dall’esser presa perché non era chiaro con che velocità si muovevano i due fronti. I fratelli Crocker individuarono a Colfax un paio di curiosoni che puzzavano di talpa lontano un miglio. Erano spie mandate dalla Union Pacific con l’obiettivo di capire i tempi in gioco, e non appena fu chiaro il loro obiettivo furono proprio Charles ed E.B. a portare in giro i due finti ingegneri, riempiendo loro la testa di fandonie e sciocchezze tecniche. Affermarono che il lavoro di penetrazione della montagna era così lento che ci sarebbero voluti anni per completarlo. Durant, sollevato dalla notizia, balzò invece su tutte le furie quando le spie gli comunicarono che i cantieri ad Est della cima erano già partiti. Mandò egli stesso un’intimazione alla Central Pacific, ingiungendole di non aggirare la cima, ma i Big Four la cestinarono senza degnarla di risposta.

La Central Pacific, a sua volta, riuscì a piazzare due spie in seno all’amministrazione della UP: ne emerse un grosso problema con la neve, tale se non superiore a quello che stavano affrontando loro in Nevada. L’anno successivo, infatti, la UP avrebbe dovuto lavorare ad una altitudine che avrebbe imposto una pausa forzata in tutto il periodo invernale.

Su un paio di punti sembrava ci fosse l’accordo delle parti: nei progetti di stesura infatti le compagnie concordavano nella possibilità di costruire una grande città alla congiunzione delle ferrovie. Altro punto in accordo, anche se in maniera meno plateale, era l’impossibilità di raggiungere Salt Lake City come richiesto da Brigham Young. Le Compagnie avevamo bisogno dei mormoni per stendere la massicciata, ma una deviazione verso la capitale sarebbe stata tecnicamente una pessima idea.

La grande città programmata non fu mai costruita.

La Central Pacific aveva dato una grande lezione di civiltà alle imprese americane, fino a quel momento titubanti dall’assumere personale cinese. L’ottimo servizio reso, e la grande risonanza dei risultati che la Compagnia stava ottenendo, spinse altre imprese ad assumere personale cinese, creando improvvisamente un problema di carenza di personale. I cinesi abbandonavano i cantieri della ferrovia per lavori meno rischiosi e meglio pagati, e a Maggio la CP dovette affrontare per la prima volta un fatto a dir poco incredibile: i cinesi entrarono in sciopero, bloccando i lavori su tutta la linea. Chiedevano un aumento della paga, da 31 a 40 dollari al mese, di ridurre la giornata lavorativa a 8 ore, nonché di abolire il diritto dei sorveglianti di frustare gli operai cinesi o bloccarli dall’abbandonare il lavoro per cercare una alternativa meno sfiancante.

Crocker era ben deciso a non cedere a nessun tipo di richiesta, e l’unico modo per non cedere era inondare la zona di nuova manodopera. Mandò un agente al Sud per cercare 5000 schiavi liberati da assumere al lavoro, intanto i cinesi portarono la richiesta a 45 dollari al mese. Crocker sospese i rifornimenti di cibo per i scioperanti, emerse così come tra le fila cinesi ci fossero alcuni dissidenti pronti a frustare i compagni desiderosi di interrompere lo sciopero e tornare al lavoro. Crocker promise protezione ai lavoratori con squadre di sicurezza, e dopo quattro giorni erano tutti al lavoro più attivi di prima. L’esperienza, però, non poteva essere trascurata: nonostante il discorso che valse nel 1862 proprio a Stanford l’elezione a Governatore, nella quale prometteva di chiudere le frontiere all’immigrazione asiatica, la CP inviò agenti per reclutare nuovo personale direttamente in Cina.

Nell’Agosto del 1867 E.B. Crocker informa via telegramma Huntington che il Summit Tunnel è stato perforato. Era solo una piccola apertura, ora si sarebbe dovuto allargare e pianeggiare la base, ma era incredibile il risultato ottenuto dalla Compagnia con la sola forza delle braccia (e della nitroglicerina), senza congegni meccanici, robot né carri spinti ad energia elettrica.

La Sierra Nevada era stata perforata esattamente nel punto indicato da Judah, Theodore nei suoi prospetti. Nonostante questo incredibile traguardo, la CP in quell’anno aveva steso solo 39 miglia di ferrovia, e aveva un disperato bisogno di soldi. I Big Four capirono l’antifona, e avviarono una lenta ma inesorabile acquisizione di compagnie ferroviarie minori, fino ad ottenere il monopolio del traffico ferroviario californiano. Acquisirono la Western Pacific Railroad, la California and Oregon Railroad, la California Central, la Yuba Railroad ed infine la Southern Pacific Railroad.

 

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